Le radiazioni non ionizzanti (NIR, con frequenze inferiori 1015 Hz) sono onde elettromagnetiche di varia frequenza che si propagano in atmosfera in modo non visibile all’occhio umano, ad eccezione di quelle con lunghezza d’onda compresa tra 380 e 760 nm, che costituiscono la luce cosiddetta visibile.

Sulla terra è da sempre presente un fondo elettromagnetico naturale, le cui sorgenti principali sono la terra stessa (campo magnetico terrestre) ed il sole (che emette radiazioni elettromagnetiche di varia frequenza , ad es.: radiazioni infrarosse, luce visibile, radiazione ultravioletta e gamma).

L’uso crescente delle nuove tecnologie, soprattutto nel campo delle radio-telecomunicazioni, ha portato ad un continuo aumento della presenza di sorgenti di campi elettromagnetici (CEM), rendendo la problematica dell’esposizione della popolazione a tali agenti di sempre maggiore attualità.

La legge quadro di protezione dall’esposizione all’inquinamento elettromagnetico (L. n. 36 del 2001) attribuisce alle amministrazioni provinciali e comunali le funzioni di vigilanza sanitaria e di controllo ambientale; per quest’ultimo aspetto le amministrazioni locali si avvalgono dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA).

Alle ARPA è assegnata anche la valutazione preventiva degli impianti radioelettrici, mentre le Regioni disciplinano l’insediamento degli impianti e l’adozione dei piani di risanamento per l’adeguamento degli impianti esistenti ai limiti di esposizione, ai valori di attenzione ed agli obiettivi di qualità previsti dalla normativa.

All’interno delle radiazioni non ionizzanti si distinguono, per importanza applicativa, i campi ELF (Extremely Low Frequency: campi a frequenza estremamente bassa), da 0 a 300 Hz, generati da impianti di produzione, trasporto e distribuzione dell’energia elettrica (principalmente 50-60 Hz, la cui principale sorgente è costituita dagli elettrodotti);

Gli impianti ELF comprendono le linee elettriche e cabine di trasformazione elettrica che generano campi elettromagnetici a bassa frequenza (generalmente 50Hz nella rete elettrica).

Le linee elettriche si dividono in 3 grandi classi:

  • alta e altissima tensione (> 30 kV, tipicamente 132 kV e 150 kV –alta; 220 kV e 380 kV – altissima): sono le sorgenti di campi elettromagnetici a bassa frequenza di maggior interesse per l’esposizione della popolazione
  • media tensione (tra 1 e 30 kV, tipicamente 15 e 20 kV)
  • bassa tensione (< 1000 V, tipicamente 400 V e 230 V): sono le linee che portano l’energia nei luoghi di vita e di lavoro.

Le linee elettriche possono essere aeree (generalmente con conduttori nudi) o interrate (con conduttori isolati).

Le cabine di trasformazione, nelle quali la tensione viene, generalmente, trasformata da alta a media, o da media a bassa, si dividono in 3 tipologie:

  • stazioni di trasformazione (riduzione di tensione da 380 kV e 220 kV a 132 o 150 kV)
  • cabine primarie di trasformazione (riduzione di tensione da 132 o 150 kV a 15 o 20 kV)
  • cabine secondarie di trasformazione MT/BT (riduzione di tensione da 15 kV a 380 V e a 220 V)

I campi RF (Radio Frequency: campi a radiofrequenza e microonde o campi ad alta frequenza) da 10 kHz a 300 GHz, emessi dagli impianti per radio telecomunicazione (tra 300 KHz e 300 MHz per sorgenti costituite dagli impianti di ricetrasmissione radio/TV; tra 300 MHz e 300 GHz per sorgenti costituite da impianti di telefonia cellulare e ponti radio).

Gli impianti RF sono generalmente sistemi per radio telecomunicazione che comprendono:

  • le stazioni radio base per la telefonia mobile (SRB), composti da antenne, generalmente montate su pali installati nel terreno o fissati al tetto degli edifici. Questi impianti sono distribuiti sul territorio in base alla densità della popolazione e sono quindi concentrati prevalentemente nelle aree urbane densamente abitate. Ogni impianto copre un’area molto ridotta (detta “cella”), infatti il numero di telefonate che l’impianto riesce a supportare contemporaneamente è limitato. Più aumenta la densità di utenti in un dato territorio, maggiore deve essere la sua suddivisione in celle, che diventano in questo modo più piccole: così nelle città è necessario avere molte antenne vicine tra loro;
  • i sistemi per la diffusione radiofonica e televisiva (RTV), normalmente collocati lontani dai centri abitati e posizionati su dei rilievi che godono di una buona vista sull’area servita – sono costituiti da trasmettitori di grande potenza e servono generalmente un’area molto vasta;
  • altri impianti di telecomunicazione in uso presso installazioni militari, civili e delle forze dell’ordine (ad es. impianti satellitari).

La legge ha dettato i principi di base a cui si ispirano i Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 luglio 2003, che fissano i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici alla frequenza di 50 Hz (elettrodotti) ed a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz (impianti di telecomunicazione).

La legge italiana prevede che per gli impianti ELF siano rispettati:

  • il limite di esposizione (100µT), valore di induzione magnetica che non deve mai, nemmeno istantaneamente, essere superato in nessun luogo (applicabile in luoghi a permanenza di persone occasionale, quali ad es. le strade) ;
  •  il valore di attenzione (10µT) valore di induzione magnetica che non deve essere superato nei luoghi in cui è prevista la permanenza di persone per un periodo superiore a quattro ore giornaliere (abitazioni, scuole, ospedali, uffici, ma anche luoghi ricreativi come parchi e giardini), come misura di cautela ai fini della protezione della popolazione da possibili effetti sanitari a lungo termine. Il valore è da intendersi come mediana dei valori nell’arco delle 24 ore nelle normali condizioni di esercizio;
  • l’obiettivo di qualità (3µT) nel caso di nuove edificazioni in prossimità di elettrodotti esistenti o di nuovi elettrodotti posti in prossimità di edifici preesistenti, ai fini della progressiva minimizzazione dell’esposizione nelle aree a permanenza prolungata descritte al punto precedente. Il valore è da intendersi come mediana dei valori nell’arco delle 24 ore nelle normali condizioni di esercizio;

Che per gli impianti RF siano rispettati:

  • il limite di esposizione (20 V/m) che rappresenta il valore di campo elettrico che non deve mai, nemmeno istantaneamente, essere superato in nessun luogo (applicabile in luoghi a permanenza di persone occasionale, quali ad es. le strade);
  •  il valore di attenzione (6 V/m) da intendersi come mediana dei valori nelle 24 ore, che non deve essere superato nei luoghi in cui è prevista la permanenza di persone per un periodo superiore a quattro ore giornaliere (abitazioni, scuole, ospedali, uffici, ma anche luoghi ricreativi come parchi e giardini), come misura di cautela ai fini della protezione della popolazione da possibili effetti a lungo termine;
  • l’obiettivo di qualità (6 V/m), determinato come mediana dei valori misurati nelle 24 ore, ai fini della progressiva minimizzazione dell’esposizione nelle aree a permanenza prolungata descritte al punto precedente.

La pubblicazione della legge 22 febbraio 2001 n. 36 “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici” ha rappresentato un momento fondamentale dell’attività legislativa nazionale in materia di radiazioni non ionizzanti, dopo un vuoto legislativo durato molti anni.

In tale contesto normativo le competenze dell’Agenzia si possono così sintetizzare:

• Funzioni di controllo e di vigilanza sanitaria e ambientale, al fine di assicurare la tutela della salute della popolazione dagli effetti dell’esposizione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici;
• Supporto tecnico alle Amministrazioni locali con l’emissione di un parere preventivo sulla compatibilità degli impianti con i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità previsti dalle norme vigenti;
• Promozione della ricerca scientifica per la valutazione degli effetti a lungo termine dei campi elettromagnetici, dell’innovazione tecnologica finalizzata a minimizzarne l’intensità degli effetti, supporto alle azioni di risanamento;
• Raccolta sistematica, elaborazione e integrale pubblicazione di tutti i dati sulla situazione ambientale e promozione di programmi di divulgazione e formazione;
• Il monitoraggio selettivo dei campi elettromagnetici di specifiche sorgenti in Sicilia;
• Il monitoraggio selettivo dei campi elettromagnetici di specifiche sorgenti in Sicilia;

Collegamento al Notiziario del SNPA Ambiente Informa n. 42 del 6 aprile 2017

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