Il consumo di suolo è definito come una variazione da una copertura non artificiale (suolo non consumato) a una copertura artificiale (suolo consumato). Le attività di monitoraggio del consumo di suolo, assicurate dal Sistema Nazionale di Protezione dell’Ambiente, sono svolte in modo congiunto da Ispra insieme alle agenzie per la protezione dell’ambiente.

Aggiornamento della cartografia 2017 a cura di ARPA Sicilia e ISPRA

L’attività di monitoraggio si basa sull’analisi delle immagini satellitari che, con opportuno preprocessamento, rendono possibile processi di classificazione automatica e semi-automatica e di individuare le aree dove si è verificato un cambiamento (identificato con un allert). La verifica degli allert mediate l’analisi di immagini a risoluzione più spinta permettono poi la conferma dell’eventuale cambiamento e la corretta classificazione dello stesso.

I parametri utilizzati come indicatori del fenomeno sono la variazione di suolo consumato, espressa in percentuale e in ettari, a più scale di dettaglio (regionale, provinciale, comunale), oltre al rapporto tra la superficie consumata e il numero di abitanti (m2/ab).

Non esiste ancora in Italia una legge per normare la limitazione del consumo di suolo. La proposta di legge è in corso di esame presso le  Commissioni  9a (Agricoltura e produzione agroalimentare) e 13a (Territorio, ambiente, beni ambientali) del Senato della Repubblica.

Il prodotto del monitoraggio annuale di consumo di suolo fornisce ai responsabili delle decisioni a livello locale informazioni per la pianificazione urbanistica e territoriale al fine di limitare, mitigare o compensare l’impermeabilizzazione del suolo.

  • Questa pagina ti è stata utile?
  • No