L’ossido e il biossido di azoto (NO e NO2) sono specie chimiche presenti in aria sia come inquinanti naturali che antropogenici. Tra i numerosi composti a base di ossigeno e azoto sono quelli che destano maggiori preoccupazioni in termini di inquinamento atmosferico. Il termine NOx indica la somma del monossido di azoto e del biossido di azoto. Il biossido di azoto è un gas reattivo di colore rosso bruno, di odore forte e pungente, altamente tossico ed irritante. Si può ritenere uno degli inquinanti atmosferici più pericolosi, non solo per la sua natura irritante, ma anche perché, in condizioni di forte irraggiamento solare, provoca delle reazioni fotochimiche secondarie che creano altre sostanze inquinanti (“smog fotochimico”): in particolare è un precursore dell’ozono troposferico. In presenza di umidità si trasforma in acido nitrico determinando le cosiddette “piogge acide”.
I limiti di legge
Il Decreto Legislativo del 13 agosto 2010, n.155 (recepimento della direttiva europea 2008/50/CE) stabilisce i valori limite, il livello critico e la soglia di allarme per le concentrazioni nell’aria ambiente di biossido di azoto.
Periodo di mediazione | Valore limite |
1 ora | 200 µg/m3 da non superare più di 18 volte per anno civile |
Anno civile | 40 µg/m3 |
Periodo di mediazione | Livello critico per la protezione della vegetazione |
Anno civile | 30 µg/m3 |
Periodo di mediazione | Soglia di allarme |
3 ore consecutive | 500 µg/m3 |
La soglia di allarme deve essere misurata per tre ore consecutive presso siti fissi di campionamento aventi un’area di rappresentatività di almeno 100 km2.
Il NO2 è un importante inquinante dell’aria che, come l’ozono, risulta dannoso per il sistema respiratorio ed è l’unico tra gli ossidi di azoto ad avere una rilevanza tossicologica. L’esposizione a breve termine all’NO2 può causare diminuzione della funzionalità polmonare, specie nei gruppi più sensibili della popolazione, mentre l’esposizione a lungo termine può causare effetti più gravi come un aumento della suscettibilità alle infezioni respiratorie. Il NO2 è uno dei composti dell’azoto che producono effetti negativi sugli ecosistemi, come l’acidificazione e l’eccesso di nutrienti (eutrofizzazione), che può causare perdita di biodiversità.
Il biossido di azoto (NO2) si forma prevalentemente dall’ossidazione del monossido di azoto (NO) che viene prodotto dai processi di combustione (centrali termoelettriche, riscaldamento, motori a combustione interna), qualunque sia il combustibile utilizzato, per reazione diretta ad alta temperatura (>1.200°C) tra l’azoto e l’ossigeno presente nell’aria. I fumi di scarico degli autoveicoli contribuiscono enormemente all’inquinamento da ossidi di azoto. Il biossido di azoto può essere originato anche da processi produttivi senza combustione, come ad esempio la produzione di acido nitrico, fertilizzanti azotati ed anche da sorgenti naturali (attività batterica, eruzioni vulcaniche, incendi).
Nel 2005 l’OMS ha aggiornato le linee guida per la qualità dell’aria in riferimento a: particolato, ozono, biossido di azoto e biossido di zolfo.
Periodo di mediazione | WHO Air quality guideline values, ed.2021 |
Anno civile | 10 µg/m3 |
1 giorno | 25 µg/m3 da non superare più di 3 volte per anno civile |
1 ora | 200 µg/m3 |