Domenica 21 gennaio 2024, Arpa Sicilia ha effettuato nelle acque dell’Invaso Arancio, in provincia di Agrigento, il primo campionamento in attuazione del monitoraggio per la ricerca supplementare di cianobatteri (Cyanobacteria/Cyanophyta), delle microcistine e, in concomitanza, la misurazione di altri parametri chimico-fisico-microbiologici.
L’attività è stata eseguita a seguito di un Accordo di collaborazione tra Arpa Sicilia e l’Asp di Agrigento. Lo scopo è quello di seguire l’andamento delle densità di Microcystis, Planktothrix rubescens, Woronichinia e Anabaena (Cyanobacteria/Cyanophyta), ed eventuali altre specie potenzialmente tossiche poiché in grado di produrre microcistine all’interno dell’invaso Arancio e nelle aree adiacenti all’opera di presa e all’impianto di sollevamento.
I risultati prodotti saranno poi forniti all’Asp e consentiranno di valutare gli eventuali rischi tossicologici, con la possibilità di adottare misure di prevenzione necessarie a ridurre i rischi per il consumatore.
Il pericolo
I Cianobatteri, sono organismi unicellulari che moltiplicandosi possono raggiungere densità elevate. Alcuni di questi producono delle biotossine, dette cianotossine, che sono tossiche per l’uomo e per gli animali. Le più note sono le microcistine, di cui vi sono 90 varianti che hanno mostrato effetti genotossici, epatotossici e nefrotossici nei mammiferi, nonché attività come promotori tumorali. La presenza di cianobatteri, quindi, rappresenta un problema sanitario.
L’esposizione ad elevate concentrazioni di cianotossine, in particolare microcistine e cilindrospermopsina, nell’acqua potabile e di balneazione, è stata già causa di episodi di intossicazione acuta nell’uomo.