Posidonia oceanica: stato generalmente buono per la Sicilia

Lo stato di qualità delle praterie di Posidonia oceanica in Sicilia risulta generalmente buono”. Ad affermarlo è Benedetto Sirchia, dirigente responsabile dell’unità operativa di Arpa Sicilia che si occupa dello studio degli ambienti marini, in occasione del convegno “Strategia marina: i risultati del monitoraggio nei mari Italiani” tenutosi a Palermo il 25 settembre 2023 per far il punto sul secondo ciclo di monitoraggio dell’ambiente marino.

Posidonia oceanica è una pianta marina endemica del Mar Mediterraneo e rappresenta un indicatore biologico della qualità delle acque marino-costiere.

La pianta si sviluppa in praterie sottomarine rivestendo una notevole importanza ecologica ed esercitando una notevole azione nella protezione della linea di costa dall’erosione nonché nella stabilizzazione del fondale marino. Al suo interno vivono molti organismi animali e vegetali che nella prateria trovano nutrimento e protezione.

Oltre ad essere considerato un polmone blu del nostro mare poiché produce ossigeno (circa 20 litri al giorno ogni metro quadrato di prateria), il posidonieto è considerato un buon bioindicatore della qualità delle acque marine costiere ed è l’ecosistema più importante del mar Mediterraneo indicato come “habitat prioritario” nell’allegato I della Direttiva Habitat (Dir. n. 92/43/CEE), una norma attraverso la quale vengono individuati tutti i siti di interesse Comunitario (SIC) che necessitano di essere protetti.

In considerazione del suo importante ruolo ecosistemico nelle acque marino-costiere, è stata inserita nei monitoraggi della Direttiva quadro 2008/56/CE “Marine Strategy Framework Directive”.

Tra le principali azioni che mettono a rischio le praterie di posidonia ci sono le costruzioni marittime, l’inquinamento delle acque costiere, il ripascimento delle spiagge, l’eutrofizzazione, la pesca a strascico, la nautica da diporto e l’eliminazione delle foglie morte dalla spiaggia.

Sulle 27 aree nelle quali è stato condotto il monitoraggio a meno 15 metri e sul limite inferiore ossia il punto in cui termina in profondità la prateria, 7 aree evidenziano un limite progressivo (ovvero un limite di espansione della prateria con numerosi fasci plagiotropi a pipa, evidenziati anche a stoloni traccianti sul fondale – che stanno ad indicare una progressione nella fase di colonizzazione); 6 aree hanno un limite regressivo (ovvero un limite in arretramento con presenza di piante sparse o a densità molto rarefatta sul fondale a matte morta ben evidente o parzialmente ricoperta da sedimento); 12 aree un limite netto (ovvero con brusca interruzione della colonizzazione, senza presenza di matte e fattore limitante dovuto alla riduzione della luce)”.