Monitoraggio acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile: il report del 2022

Pubblicato il Rapporto di monitoraggio di ARPA Sicilia relativo allo stato della conformità delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile.

L’acqua superficiale da destinare, con opportuni trattamenti, al consumo umano (acqua potabile), può essere prelevata da un corpo idrico quale un fiume, un lago o un invaso artificiale. Il rapporto è una sintesi delle attività di monitoraggio delle acque dolci superficiali svolte dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sicilia ai sensi dell’art. 85 del D.lgs. 152/06 e ss.mm.ii. durante l’anno 2022.

Nel 2022 sono stati monitorati n. 15 corpi idrici destinati alla potabilizzazione. Per i corpi idrici ai quali ad oggi non è stata attribuita la classificazione da parte della Autorità Competente, è stata considerata la classificazione proposta da ARPA Sicilia in base ai dati del monitoraggio degli anni precedenti.

La potabilizzazione

Le acque subiscono un trattamento per la potabilizzazione adeguato alle loro caratteristiche, che è più o meno intenso a seconda della categoria a cui appartengono; sono infatti classificate in categorie di livello qualitativo decrescente: da A1, A2, A3. Le caratteristiche delle varie categorie, che sono indicate nella tabella 1/A dell’allegato 2 alla parte III del D.Lgs. 152/06, definiscono la tipologia di trattamento. Le acque di qualità inferiore ad A3 possono essere utilizzate solo in via eccezionale, qualora non sia possibile ricorrere ad altre fonti di approvvigionamento e sottoponendole a trattamenti tali da garantirne la qualità come acque erogate per il consumo umano.

Il monitoraggio

prevede il campionamento nel corso dell’anno delle acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile in prossimità delle opere di presa e successiva analisi batteriologica e chimica dei campioni prelevati presso i laboratori di riferimento di ARPA Sicilia.

ARPA Sicilia monitora lo stato della qualità delle acque superficiali destinate alla potabilizzazione attraverso una rete di monitoraggio composta da 18 stazioni localizzate nei corpi idrici fluviali o lacustri, dai quali vengono prelevate acque dai Gestori del servizio idrico, trattate presso impianti acquedottistici e immesse successivamente in rete.

Scopo del monitoraggio, attraverso l’analisi di specifici parametri chimico-fisici e batteriologici, è verificare che le acque dei corpi idrici selezionati siano conformi alle categorie attribuite (A1, A2 e A3).

I dati

Sulla base dei risultati delle analisi e dal confronto degli stessi con i limiti previsti dalla norma, in base ai monitoraggi effettuati nel 2022, risultano: non conformi le acque degli invasi Rosamarina (PA), Scanzano (PA), Poma (PA), Garcia (PA), Piana degli Albanesi (PA), Fanaco (PA), Cimia (CL), Santa Rosalia (RG), Ancipa (EN) e del fiume Jato (PA).

Le acque dell’Invaso Cimia risultano non conformi alla “classe A3” e pertanto, così come stabilito dal comma 4 dell’art.80 del D.Lgs. 152/06, tali acque “potrebbero essere utilizzate, in via eccezionale, solo qualora non sia possibile ricorrere ad altre fonti di approvvigionamento e a condizione che le acque siano sottoposte ad opportuno trattamento che consenta di rispettare le norme di qualità delle acque destinate al consumo umano”.

Risultano conformi le acque degli Invasi Piano del Leone (PA), dell’Invaso Prizzi (PA), dell’invaso Castello (AG), del Fiume Eleuterio V. Conti (PA) e del Fiume Imera Meridionale (PA).

Come già detto in premessa, per le acque superficiali destinate ad uso potabile ed attualmente ancora senza alcuna classificazione (Cimia, Piano del Leone, Castello, Prizzi) è stata presa in considerazione la proposta di classificazione, basata sui superamenti dei Valori Guida e Valori Imperativi riscontrati nel corso dei precedenti anni di monitoraggio. Si ricorda, infine, che i superamenti dei Valori Imperativi della temperatura, riscontrati quasi sempre nei mesi estivi (giugno-settembre), potrebbero non essere dovuti a pressioni antropiche e, per tale motivo, non sono stati presi in considerazione quale causa di non conformità. È auspicabile che l’Autorità Competente possa definire l’attribuzione delle classificazioni agli invasi ancora da classificare, sulla base dei dati di monitoraggio già inoltrati alla stessa annualmente da ARPA Sicilia.

Inoltre, tutti i corpi idrici monitorati sono stati inclusi nella categoria “a rischio” di non raggiungere gli obiettivi di qualità della WFD (ad eccezione degli invasi Scanzano e Piana degli Albanesi che sono stati inclusi nella categoria “non a rischio”) sulla base della valutazione dello stato, associata alla significatività delle pressioni, quest’ultime quasi sempre attribuibili a scarichi urbani e alle pressioni diffuse di origine agricola.

Pertanto è ormai non più rimandabile l’attuazione degli interventi di risanamento, così come normato al comma 3 dell’art. 79 del D.Lgs. 152/06, aventi la finalità di rendere migliore la qualità delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile. Nell’ipotesi in cui le misure di risanamento non fossero applicabili nel breve tempo, occorrerà provvedere, laddove possibile, all’attribuzione di una diversa categoria di classificazione delle acque.

Infine, alla luce del fatto che diverse fonti superficiali monitorate non vengono più usate ai fini della produzione di acqua potabile, risulta improrogabile la revisione della rete di monitoraggio e ciò anche ai fini della razionalizzazione delle risorse impiegate per il monitoraggio.