I primi risultati della campagna in mare condotta da Snpa con Capitanerie di porto e Guardia Costiera

Con 457 stazioni di prelievo lungo tutto l’arco costiero nazionale, 14 Arpa Regionali con le Direzioni Marittime hanno fotografato le nostre acque marine nel periodo del lockdown, registrando una situazione nel complesso stabile per le sostanze legate alle attività produttive e riscontrando acque particolarmente limpide.

È il primo quadro generale che emerge dal monitoraggio straordinario effettuato dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (SNPA) e dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto. A partire dal mese di aprile, su richiesta del Ministero dell’Ambiente, è stata avviata una campagna di analisi in mare – oltre quelle ordinarie – per fotografare gli effetti del lockdown sulle acque italiane. Il monitoraggio è stato condotto in 457 stazioni di prelievo lungo tutto l’arco costiero nazionale, scelte tra quelle che presentavano dati storici confrontabili con quelli 2020.

Lo scopo di questa indagine straordinaria – spiega il Ministro dell’ambiente Sergio Costa  – era proprio quello di conoscere lo stato di salute dei nostri mari a ridosso del lockdown per avere evidenza scientifica di quello che già i nostri occhi potevano verificare, ovvero mari più limpido e un ambiente più pulito. Oggi questi dati ci fanno conferma di tutto questo. Il nostro impegno ora è fare sì che questi standard di qualità siano mantenuti nella costruzione di una nuova normalità green”.

Il monitoraggio straordinario ha indagato la presenza in mare di metalli, fitofarmaci, solventi e altre sostanze legate alle attività produttive, oltre che i principali parametri chimici, correlabili con gli apporti organici riversati in mare (del fosforo, azoto, ecc). Un tratto che accomuna alcune regioni è la presenza di una minor quantità di nutrienti rispetto agli anni passatii composti dell’azoto e del fosforo influiscono significativamente sulle condizioni trofiche e sono una delle cause di alterazione (eutrofizzazione) delle acque marine costiere.

Il monitoraggio svolto da Arpa Sicilia e Direzioni Maritime della Capitaneria di Porto di Palermo e Catania

ARPA Sicilia con la collaborazione delle Direzioni Marittime di Palermo e Catania ha condotto attività di monitoraggio in 40 diverse aree, distribuite lungo l’intero periplo costiero siciliano, nelle quali sono state posizionate 85 stazioni di campionamento. Le aree sono state selezionate rispetto a quelle già monitorate ai sensi del D.Lgs 152/2006 e del D.Lgs 190/2010, in modo da avere dati di confronto dei monitoraggi pregressi. Nello specifico, 50 stazioni, lungo transetti costa-largo da 300 metri fino al miglio, sono coincidenti con quelle indagate ai sensi del D.Lgs152/2006; 18 stazioni sono coincidenti con quelle monitorate ai sensi del D.Lgs 190/2010; 17 sono nuove stazioni individuate lungo la fascia costiera in vicinanza di foci fluviali, di scarichi di depuratori e in aree di particolare pregio ambientale. La campagna di monitoraggio è stata condotta a partire dalla seconda metà del mese di maggio 2020.

Arpa Sicilia ha messo a disposizione contemporaneamente più squadre di tecnici per le attività di campionamento e le Direzioni Marittime di Palermo e Catania hanno coordinato le diverse Capitanerie di Porto facendo uscire in mare un maggior numero di mezzi nautici così da permettere lo svolgimento delle operazioni contemporaneamente in diverse aree costiere. Sono state effettuate misure dei principali parametri chimico-fisici con la sonda multiparametrica (pH, temperatura, salinità, ossigeno disciolto ecc.) e con il disco di Secchi (trasparenza), dei nutrienti, degli inquinanti chimici, della clorofilla “a”, del fitoplancton, del mesozooplancton e le analisi microbiologiche (Escherichia coli e/o Enterococchi fecali). Le analisi sono in corso.

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