Dalle fiumare del nord alle sorgenti termali, ai fiumi salati, alle gole dell’Alcantara, i corpi idrici superficiali, insieme alle acque sotterranee del territorio siciliano sono il motore dell’ecosistema naturale, elementi centrali nella regolazione del clima ed essenziali anche per l’economia del territorio. Proprio i cambiamenti climatici e le pressioni dovute alle attività dell’uomo possono apportare cambiamenti nella struttura dell’ecosistema e influenzare l’utilizzo della risorsa idrica, con una riduzione dei benefici forniti. Diventa quindi fondamentale ed essenziale la conoscenza dello stato di salute delle acque sotto il profilo chimico e biologico.
L’approccio ecosistemico alle attività di monitoraggio, la Direttiva Acque
Le azioni comuni europee in materia di acque definite dalla Direttiva Acque 2000/60/CE recepita dal D. Lgs 152/2006 (Testo Unico in materia ambientale) mirano alla protezione degli ecosistemi acquatici, terrestri e delle zone umide, all’uso sostenibile delle acque, alla riduzione dell’impatto antropico, alla mitigazione delle inondazioni e della siccità.
Un complesso di azioni tra loro correlate che si traducono in un approccio al monitoraggio di tipo ecosistemico: il fulcro delle attività è rappresentato dalla determinazione di parametri biologici, in particolare lo studio delle comunità di animali e piante che colonizzano il corpo idrico e che possono essere influenzate anche dalla presenza di attività antropiche. Dalla struttura più o meno alterata di queste comunità biotiche si possono ricavare informazioni sulla biodiversità. Allo stesso modo, la valutazione di stato chimico delle acque superficiali dà evidenza dei corpi idrici nei quali sono presenti sostanze chimiche contaminanti derivanti delle attività antropiche.
Lago Poma, foto di Vincenzo Miceli.
ARPA Sicilia e le attività di monitoraggio
Nel video che segue, Giovanni Vacante – UOC Acque interne, suolo e biodiversità, illustra il ruolo di Arpa nel monitoraggio dei corpi idrici superficiali e sotterranei.
ARPA Sicilia definisce lo stato dei corpi idrici superficiali e sotterranei, individuati nel Piano di Gestione del Distretto Idrografico della Sicilia. Gli Stati membri individuano i singoli Bacini idrografici presenti nel loro territorio e li assegnano a singoli Distretti idrografici. Per ciascun Distretto, l’Autorità di Distretto idrografico adotta un Piano di gestione con un programma di misure di base e supplementari che viene aggiornato entro 15 anni dall’entrata in vigore della Direttiva comunitaria e, successivamente, ogni sei anni.
L’intero territorio nazionale, comprese le isole minori, è ripartito in 8 Distretti idrografici. Il Distretto idrografico della Sicilia comprende i bacini della Sicilia, già bacini regionali ai sensi della Legge 18/05/1989, n. 183 (n. 116 bacini idrografici, comprese e isole minori), ed interessa l’intero territorio regionale (circa 26.000 Kmq).
La salute delle acque, la definizione dello Stato ecologico e chimico
Stato ecologico e stato chimico definiscono la qualità delle acque, nel secondo video Paola Aiello racconta come si ottiene lo stato di qualità di laghi e invasi.
Per valutare lo stato chimico dei corpi idrici vengono prelevati e analizzati dei campioni d’acqua per verificare la presenza di sostanze inquinanti considerate prioritarie.
Per valutare lo stato ecologico dei corpi idrici, invece, vengono analizzate delle sostanze chimiche registrando dei parametri chimico fisici in campo e la quantità di flora e fauna acquatica, la disponibilità di nutrienti nonché la salinità, la temperatura e l’inquinamento dovuto ad agenti chimici.
Raccogliere i dati, le attività e le tecniche di campionamento
Enrico Croce spiega le diverse attività svolte sul Lago Poma e le tecniche di campionamento a seconda dello scopo e delle informazioni da reperire.
Per conoscere tutti i dati delle attività di monitoraggio sulle acque superficiali e sotterranee è possibile consultare Annuario dei dati ambientali di ARPA Sicilia – Edizione 2020 e le relazioni nella sezione Acque.