ARPA Sicilia ha avviato il 10 giugno 2024 un monitoraggio indoor della qualità dell’aria sull’isola di Vulcano per analizzare le concentrazioni di anidride carbonica e idrogeno solforato indoor ( ambienti chiusi, come guardie mediche, abitazioni, negozi).
L’attività ha una durata prevista di 18 mesi ed è finalizzata alla valutazione dei potenziali rischi derivanti dall’aumento dell’attività vulcanica registrata dal settembre 2021.
Le persistenti criticità che avevano portato il Dipartimento di Protezione Civile a dichiarare lo stato di emergenza nazionale (OCDPC 854/2022), cessato il 30 giugno 2023, hanno portato lo stesso Dipartimento ad affidare ad ARPA Sicilia il ruolo di soggetto attuatore per l’implementazione di una rete di monitoraggio outdoor e indoor (vedi Monitoraggio della qualità dell’aria indoor e outdoor sull’isola di Vulcano- Video).
Il Sistema di monitoraggio indoor
Il progetto ha previsto l’installazione di due sensori per la misurazione continua e in tempo reale della CO2 in 32 edifici situati al piano terra a Vulcano Porto. Inoltre, in sei di questi immobili sono stati installati ulteriori due sensori per il monitoraggio costante dell’H2S. Il sistema è dotato di un meccanismo di allerta che si attiva in caso di superamento delle soglie di sicurezza, segnalando il rischio con avvisi luminosi e/o sonori e inviando notifiche via SMS o e-mail agli enti preposti. Tutte le informazioni tecniche sono contenute nel report allegato.
I risultati del monitoraggio indoor nel 2024
Il monitoraggio indoor ha evidenziato a Vulcano Porto la presenza di concentrazioni superiori alle soglie di allerta per la CO2, su 6 edifici dei 32 monitorati, e per l’H2S su 5 dei 6 edifici monitorati. Per la CO2 le elevate concentrazioni sembrano legate principalmente all’aerazione degli ambienti; mentre per H2S la prossimità alla vasca di fango e le condizioni meteorologiche, in particolare la direzione del vento, appaiono fattori determinanti.
L’efficacia e l’utilità del monitoraggio saranno valutate al termine del periodo di 18 mesi. I dati raccolti forniscono informazioni preziose per la protezione della popolazione locale e per l’eventuale adozione di misure di protezione civile in caso di superamento delle soglie di rischio legate all’attività vulcanica.
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