Giornata dello Sciopero Globale per il clima

In occasione del 24 Settembre 2021 – Giornata dello Sciopero Globale per il clima, Anna Abita Direttrice della UOC Qualità dell’Aria, rilascia la seguente dichiarazione.

I cambiamenti climatici sono caratterizzati da un riscaldamento del clima globale (global warming) e, di conseguenza, da un’intensificazione del ciclo idrogeologico che, a livello globale, comporta un aumento dell’evaporazione e della precipitazione.

Il 2020 a scala globale, sulla terraferma, è stato l’anno più caldo della serie storica, con un’anomalia di +1.44 °C rispetto al valore climatologico di riferimento 1961-1990. In Italia è stato il quinto anno più caldo dal 1961, registrando un’anomalia media di +1.54°C.

In Sicilia la stagione invernale nel 2020 è stata particolarmente siccitosa, dove il bimestre gennaio-febbraio è risultato il più asciutto dal 1921. In primavera sono state rilevate forti precipitazioni che hanno raggiunto un valore massimo pari a 345 mm in 48 ore. Le precipitazioni, unite a venti di forte intensità, hanno causato allagamenti in aree urbane, sversamenti di detriti lungo la viabilità, fenomeni franosi, esondazioni del reticolo secondario, caduta di alberi e ingressioni marine. In estate si sono abbattuti sull’isola temporali sparsi, localmente intensi. I valori massimi sono stati rilevati a Palermo con 134 mm in meno di 3 ore e 87.8 mm in un’ora. Tale evento ha messo in evidenza l’insufficienza strutturale del sistema di smaltimento delle acque meteoriche per tali intensità pluviometriche; si è infatti verificato l’allagamento quasi totale del reticolo viario con decine di autovetture rimaste intrappolate e sommerse nei sottopassi. I primi di ottobre, gli intensi venti di Scirocco hanno prodotto un forte rialzo termico sul settore tirrenico, che hanno fatto registrare i massimi valori delle serie storiche per il mese di ottobre con un valore massimo di 38.2°C. In novembre il maltempo ha colpito la Sicilia, in particolare Catania, dove, durante la serata del 28 novembre, si è verificata una tromba d’aria che ha provocato nella zona meridionale della città gravi danni, tra cui allagamenti, frane, danni a edifici e infrastrutture e crollo di molti alberi. Infine, tra il 5 e il 6 dicembre, le precipitazioni hanno colpito la Sicilia con valori cumulati in 48 ore che sono risultati superiori a 100 mm nelle aree nord-orientali dell’isola; le precipitazioni hanno causato frane, trasporto di detriti su strade e abitazioni, caduta di alberi e danni alle coperture di edifici.

La sintesi di quanto accaduto nel 2020, considerato che la temperatura globale è in costante aumento, ci conferma inequivocabilmente che il bacino del Mediterraneo e quindi la Sicilia è un’area particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici.

Al fine di acquisire informazioni scientificamente sempre più rigorose sui cambiamenti climatici, ARPA Sicilia partecipa al Gruppo di Lavoro del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) sugli indicatori di impatto dei cambiamenti climatici” con l’obiettivo di tenere sotto osservazione il fenomeno dei cambiamenti climatici.

È comunque evidente la necessità di adottare delle scelte, sia a livello mondiale che locale, che riducano le immissioni in aria dei gas climalteranti per ridurre l’attuale incremento della temperatura a scala globale.