ARPA Sicilia avvia il primo studio su una discarica

ARPA Sicilia avvia uno studio sulla verifica dei valori di fondo naturale per i suoli e le acque sotterranee di un’area di discarica. Si tratta del primo lavoro nel settore svolto in Sicilia approvato dall’Autorità Competente con DDG n. 931 del 25 agosto del 2021 grazie al contributo di indirizzo dell’ARPA Sicilia. Un’attività eseguita in coerenza alle “Linee Guida SNPA 08/2018” che prevede, tra l’altro, un piano di monitoraggio della matrice acque sotterranee per la durata di due anni.

La discarica che verrà monitorata si trova in provincia di Agrigento. Si tratta di un impianto di discarica per smaltimento finale di rifiuti non pericolosi ed è costituito da quattro vasche adiacenti in post-gestione ed una poco distante in gestione operativa. Già nel 2015, a causa di valori sopra la norma di alcuni analiti (prevalentemente Boro, Manganese, solfati, nitriti, Ferro, Nichel) emersi durante monitoraggi e controlli, la Società aveva chiesto la consulenza di esperti, finalizzata all’analisi dei dati idro-chimici e all’individuazione delle cause dei superamenti osservati. In quella occasione erano stati avviati studi dal Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare dell’Università degli Studi di Palermo e dal Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale dell’Università degli Studi di Parma.

Per la particolarità geologica dei terreni coinvolti (appartenenti alla serie gessoso-solfifera), gli studi precedenti hanno portato alla necessità di mettere in atto un approccio metodologico per la valutazione dei valori di fondo naturale (VFN) dell’area. Oggi “l’attività di verifica – spiega Francesco D’Urso, dirigente dell’UOS RIR Bonifiche dell’ARPA Sicilia – sarà condotta attraverso una rete di punti di campionamento costituita da ventidue pozzi spia e piezometri già esistenti ed utilizzati per l’esecuzione del Piano di Sorveglianza e Controllo della discarica, altri aggiunti con l’esecuzione di ulteriori quindici sondaggi per il campionamento di suoli, attrezzati anch’essi a piezometro”. Gli ulteriori presidi ambientali sono infatti stati posizionati in modo tale da coprire un’area vasta, anche oltre i confini della discarica, per fornire indicazioni che non siano condizionate dagli effetti prodotti dall’impianto e, al tempo stesso, aventi le medesime caratteristiche geologiche e geochimiche dei terreni del sito di discarica. “A questi nuovi punti di campionamento – conclude D’Urso, che condurrà lo studio coadiuvato dalle geologhe Olga Grasso e Maria Cristina Pelleritosi aggiungeranno anche sei stazioni di misura delle acque superficiali, rappresentate da altrettante sorgenti presenti nel comprensorio del sito”.

Ubicazione dei punti di monitoraggio suolo, sottosuolo, acque sotterranee e superficiali

1) Isoipse; 2) Vasca impianto; 3) Nuovo punto monitoraggio: Sorgente; 4) Nuovo punto monitoraggio: Pozzo; 5) Cluster; 6) Pozzo; 7 Pozzo spia; 8) Giacitura; 9) Asse di anticlinale; 10) Asse di sinclinale; 11) Faglia; 12) Alluvioni attuali e recenti (Olocene) e/o Antropico; 13) Depositi marini terrazzati (Pleistocene superiore); 14) Formazione di Montallegro: Sabbie gialle eoliche e argille sabbiose lagunari con lenti di gesso (Pleistocene inferiore); 15) Arenazzolo: Argille siltoso micacee ricche in materia organica con all’interno i Gessi di Pasquasia: gessi straterellati a grossi cristalli con intercalazioni argilloso marnose (Messiniano); 16) Gessarenite a grana da media a fine sottostante l’Arenazzolo e a volte passante a calcarenite biancastra (Messiniano); 17) Gessi di Cattolica Eraclea: Gessi macrocristallini di aspetto massiccio con lenti calcaree intercalate (Messiniano); 18) Tripoli: marne foglietatte bianche a Diatomee ricche di resti di pesci (Messiniano); 19) Complesso prevalentemente argilloso con lembi marnosi e argillosi indistinti (Tortoniano).